M45 – Le Pleiadi
L’oggetto M45, noto universalmente come le Pleiadi o Sette Sorelle, è uno dei più celebri e affascinanti ammassi aperti del cielo notturno. Visibile a occhio nudo anche dalle città meno buie, le Pleiadi sono state osservate e celebrate fin dall’antichità, assumendo un ruolo centrale nelle mitologie e nelle tradizioni astronomiche di civiltà di tutto il mondo. Situato nella costellazione del Toro, l’ammasso si trova a circa 440 anni luce dalla Terra e contiene centinaia di stelle giovani, immerse in una delicata nebulosità blu che ne esalta la bellezza nelle immagini astronomiche.
Le Pleiadi erano note ben prima dell’epoca di Charles Messier, che le incluse nel suo catalogo nel 1769 più per completezza che per scoperta, poiché l’oggetto era già conosciuto da millenni. La loro importanza nella cultura umana è straordinaria: le troviamo menzionate nella mitologia greca come le sette figlie di Atlante e Pleione, inseguite dal cacciatore Orione e trasformate in stelle da Zeus per sottrarle al suo inseguimento; nella tradizione giapponese sono note come Subaru, nome oggi associato al celebre marchio automobilistico che ne riproduce il gruppo di stelle nel suo logo; e persino nelle cronache dei Maya, dei Maori e dei nativi americani, le Pleiadi compaiono come segno stagionale, spesso collegato ai cicli agricoli o ai momenti di rinascita dell’anno.
Dal punto di vista scientifico, le Pleiadi rappresentano un ammasso aperto giovane, formato circa 100 milioni di anni fa, dunque un sistema ancora in fase di evoluzione. Le sue stelle principali — tra cui Alcyone, Maia, Electra, Merope, Taygeta, Celaeno, Sterope e Pleione — sono stelle di tipo spettrale B, blu e molto luminose, con temperature superficiali che superano i 10.000 K. Attorno a molte di esse è visibile una nebulosità riflettente: non si tratta, come un tempo si pensava, del materiale residuo della loro formazione, ma di polvere interstellare attraversata dall’ammasso nel suo moto attraverso la Via Lattea. La luce blu delle stelle viene diffusa da queste particelle di polvere, creando il caratteristico bagliore azzurro che rende l’oggetto uno dei più fotogenici del cielo.
Con un diametro apparente di circa 2 gradi, M45 copre un’area del cielo quattro volte più estesa di quella della Luna piena. L’ammasso contiene oltre 1.000 stelle identificate, anche se solo una dozzina sono facilmente visibili a occhio nudo in condizioni ottimali. È possibile osservarlo senza strumenti, ma anche con piccoli binocoli o telescopi a bassa potenza, che rivelano la disposizione a grappolo e le sfumature bluastre della nebulosità. La sua magnitudine complessiva di +1,6 lo rende uno degli oggetti più brillanti del catalogo Messier e un eccellente punto di riferimento per l’orientamento celeste.
La presenza delle Pleiadi ha avuto un impatto profondo anche sulla storia della scienza. Le loro osservazioni hanno contribuito, tra Ottocento e Novecento, alla comprensione della struttura e del moto stellare nella Via Lattea, e oggi l’ammasso è oggetto di studio per analizzare la dinamica interna e la dispersione gravitazionale dei gruppi stellari giovani. Le misurazioni di parallasse effettuate dal satellite Gaia hanno permesso di determinare con precisione la loro distanza e di mappare il moto tridimensionale delle singole stelle, confermando che le Pleiadi si stanno gradualmente disperdendo e che tra qualche centinaio di milioni di anni non saranno più riconoscibili come un gruppo compatto.
Dal punto di vista simbolico e visivo, le Pleiadi occupano un posto speciale nell’immaginario astronomico: sono il ponte tra il mito e la scienza, un esempio perfetto di come la meraviglia del cielo possa ispirare l’uomo da millenni. Per molti astrofili rappresentano il primo oggetto di profondo cielo mai osservato, e per gli astrofotografi una tappa obbligata per imparare a catturare la luce riflessa e il colore del cosmo. Non a caso, M45 è spesso descritta come “il gioiello del cielo invernale”, un piccolo scrigno di stelle giovani che ricorda, ogni notte, la vitalità e il continuo rinnovarsi dell’Universo.
Le nostre foto
| Data scatto | 11 agosto 2024 |
|---|---|
| Telescopio | TS Optics D=203 F=800 F/4 |
| Camera | QHY 294MC |
| Montatura | Skywatcher AZ-EQ6 PRO |
| Immagini | N.A. |
| Elaborazione | SharpCap 4.0, Siril, Photoshop |
| Guida | ZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2 |
| Altra strumentazione | Coma corrector TS Optics 0,95x |
| Autore | Davide De Pasquale, Kevin Zeoli |
| Filtri | SVBONY UV/IR cut filter |
Le nostre foto
| Data scatto | 24 ottobre 2025 |
|---|---|
| Telescopio | SVBony SV555 D=54mm F=243mm F4/5 |
| Camera | QHY 294MC |
| Montatura | Skywatcher AZ-EQ6 PRO |
| Immagini | 22x scatti, 10x dark frame, 50x flat, 100x bias |
| Elaborazione | SharpCap 4.0, Siril, Photoshop |
| Guida | ZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2 |
| Altra strumentazione | Coma corrector TS Optics 0,95x, SVBONY PowerBox SV241P |
| Autore | Davide De Pasquale |
| Filtri | nessuno |