NGC 7635 – La Nebulosa Bolla

Tra le regioni più affascinanti del cielo profondo spicca NGC 7635, universalmente conosciuta come la Nebulosa Bolla (Bubble Nebula), una meraviglia cosmica di forma sferica immersa in un vasto mare di gas e polveri. Situata nella costellazione di Cassiopea, a circa 7.100 anni luce dalla Terra, questa nebulosa rappresenta un perfetto equilibrio tra potenza stellare e delicatezza cosmica, un esempio spettacolare di come l’energia di una singola stella possa scolpire l’ambiente circostante nello spazio interstellare.

La Nebulosa Bolla venne scoperta nel 1787 da William Herschel, uno dei più grandi osservatori visuali della storia dell’astronomia. Al telescopio dell’epoca, l’oggetto appariva come una tenue macchia di luce diffusa, ma già si intuiva la sua natura nebulosa. Solo con l’avvento dell’astrofotografia moderna, e in particolare grazie alle immagini acquisite dal Telescopio Spaziale Hubble, la vera forma e complessità di NGC 7635 si sono rivelate in tutto il loro splendore: una sfera quasi perfetta di gas incandescente, sospesa in una nube più ampia di idrogeno molecolare, modellata da venti stellari potentissimi.

Al centro di questa meraviglia cosmica si trova la stella BD+60°2522, un astro gigante blu di tipo spettrale O6.5, con una massa circa 40 volte superiore a quella del Sole e una luminosità quasi 400.000 volte maggiore. L’enorme energia sprigionata da questa stella, sotto forma di radiazione ultravioletta e di venti stellari che soffiano a oltre 2.000 km al secondo, comprime il gas circostante, generando la bolla luminosa che dà il nome alla nebulosa.

Questo fenomeno è un esempio emblematico di interazione tra stelle massicce e mezzo interstellare: la radiazione della stella ionizza e spinge via il gas, mentre la pressione del materiale esterno oppone resistenza, producendo la struttura a guscio sferico. Il risultato è una bolla di gas caldo che si espande all’interno di una nube più fredda e densa, visibile soprattutto nelle righe di emissione dell’idrogeno (Hα) e dell’ossigeno ionizzato.

La Nebulosa Bolla ha un diametro di circa 7 anni luce, una scala impressionante se si considera che l’intera struttura è il prodotto dell’attività di una singola stella. Tuttavia, ciò che appare come una forma perfettamente simmetrica è in realtà il risultato di complesse interazioni tridimensionali tra venti stellari, onde d’urto e densità non uniformi nel mezzo interstellare. Le immagini più dettagliate rivelano infatti regioni di turbolenza, vortici di gas e filamenti di polveri che testimoniano un equilibrio dinamico in continua evoluzione.

Dal punto di vista scientifico, NGC 7635 è un laboratorio naturale per lo studio della formazione stellare indotta. Le onde d’urto generate dall’espansione della bolla potrebbero, infatti, comprimere il gas nelle regioni circostanti, innescando la nascita di nuove stelle ai margini della nebulosa. È un esempio concreto di come la morte o la maturità di una stella massiccia possa stimolare la nascita di nuove generazioni stellari — un ciclo vitale cosmico che si ripete innumerevoli volte nella galassia.

Osservata attraverso filtri a banda stretta, la Nebulosa Bolla mostra colori intensi e contrastanti: il rosso dell’idrogeno ionizzato, il verde–azzurro dell’ossigeno e il blu tenue del gas più rarefatto. Questa combinazione la rende uno dei soggetti più iconici dell’astrofotografia moderna, spesso ritratta insieme al campo stellare ricchissimo di Cassiopea, che ne esalta la tridimensionalità e la profondità.

Dal punto di vista simbolico e scientifico, NGC 7635 rappresenta la forza creatrice e distruttrice delle stelle massicce. La stessa energia che ha formato la bolla finirà, un giorno, per distruggere la stella al suo centro: BD+60°2522 è destinata a esplodere come supernova, arricchendo lo spazio di elementi pesanti e soffiando via ciò che resta della nebulosa. In quell’istante, la Bolla che oggi ammiriamo svanirà, ma lascerà dietro di sé le condizioni per la formazione di nuovi sistemi stellari.

Così, la Nebulosa Bolla non è soltanto un capolavoro estetico del cielo profondo, ma anche un testimone del continuo ciclo di nascita, vita e morte delle stelle. Nel suo equilibrio fragile e nella sua simmetria quasi perfetta, essa incarna la capacità dell’universo di generare bellezza anche nei processi più violenti e caotici.


 

Le nostre foto

Data scatto28 dicembre 2024
TelescopioTS Optics Newton D=203mm F=800mm
CameraQHY 294MC
MontaturaSkywatcher AZ-EQ6 PRO
Immagini30x 120sec calibrate con 10x darks, 50x flats, 50x bias
ElaborazioneSharpCap 4.0, Siril, Photoshop
GuidaZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2
Altra strumentazioneCorrettore di coma TS-Optics e riduttore x0,95
AutoreDavide De Pasquale, Kevin Zeoli
FiltriOptolong L-Enhance
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