NGC 7789 – L’Ammasso di Caroline

Tra i gioielli più raffinati della costellazione di Cassiopea si trova NGC 7789, conosciuto anche come l’Ammasso di Caroline, un ammasso aperto di stelle di straordinaria bellezza e importanza storica. Situato a circa 7.600 anni luce dalla Terra, questo ammasso contiene migliaia di stelle raccolte in una vasta regione del cielo e rappresenta uno degli esempi più affascinanti di ammasso stellare evoluto della nostra Galassia.

La sua scoperta risale al 1783 e si deve a Caroline Herschel, una delle prime donne nella storia dell’astronomia a ricevere riconoscimenti ufficiali per le proprie osservazioni. Sorella del celebre William Herschel, Caroline operò con strumenti modesti ma con una costanza e una precisione straordinarie. NGC 7789 fu una delle sue scoperte più note, tanto che ancora oggi porta il suo nome come tributo alla sua dedizione scientifica in un’epoca in cui l’astronomia era quasi esclusivamente dominata da uomini.

L’ammasso si presenta come una fitta concentrazione di stelle minute, che riempiono il campo visivo con un intricato intreccio di luci. Al telescopio, NGC 7789 assume un aspetto caratteristico e inconfondibile: una trama fine e irregolare di punti luminosi disposti in curve e filamenti, talvolta paragonata a un delicato merletto stellare. Per questa sua estetica particolare è spesso chiamato anche The White Rose Cluster, la “Rosa Bianca”, poiché nelle immagini fotografiche il suo disegno ricorda i petali di un fiore che si aprono nello spazio.

Dal punto di vista fisico, NGC 7789 è un ammasso aperto di età intermedia, stimata in circa 1,6 miliardi di anni. Questo lo rende uno dei più antichi del suo genere ancora ben visibili. La sua popolazione stellare comprende molte giganti rosse e subgiganti, stelle che hanno già esaurito l’idrogeno nel nucleo e stanno evolvendo verso le fasi finali della loro vita. Queste stelle, più fredde e luminose, colorano l’ammasso di tonalità giallo–aranciate, in netto contrasto con le più giovani e bluastre ancora presenti.

Con un diametro reale di circa 50 anni luce, NGC 7789 occupa nel cielo un’area paragonabile a quella della Luna piena, sebbene la sua luminosità complessiva sia relativamente debole, richiedendo cieli scuri e un telescopio di medio diametro per essere apprezzata in tutta la sua complessità. La densità di stelle è tale che, nelle fotografie a lunga esposizione, si contano oltre 1.000 astri visibili, molti dei quali appartengono alla sequenza principale, mentre altri mostrano già segni di evoluzione avanzata.

La ricchezza cromatica e strutturale dell’ammasso ne fa un oggetto di grande interesse anche per gli astrofisici. Lo studio di NGC 7789 ha permesso di comprendere meglio l’evoluzione collettiva degli ammassi aperti e i processi di dispersione gravitazionale che, con il tempo, portano alla loro dissoluzione. In effetti, si ritiene che NGC 7789 si trovi in una fase intermedia del suo ciclo vitale: le stelle più massicce hanno già abbandonato il gruppo o terminato la loro esistenza, mentre quelle di massa solare continuano a orbitare legate da un equilibrio gravitazionale sempre più fragile.

Dal punto di vista osservativo, l’ammasso è accessibile anche agli astrofili esperti: con un telescopio da 100–150 mm di apertura si possono già distinguere decine di stelle, mentre strumenti più grandi rivelano la sua trama complessa, con regioni più dense e zone oscure dovute alla presenza di sottili veli di polveri interstellari in primo piano.

NGC 7789 non è solo un oggetto scientificamente prezioso, ma anche un simbolo di un’epoca di scoperte pionieristiche. Caroline Herschel, osservandolo per la prima volta nel suo piccolo telescopio newtoniano, non poteva immaginare che due secoli dopo il suo ammasso sarebbe stato osservato con strumenti spaziali, fotografato in falsi colori e studiato per comprendere la dinamica stellare. Eppure, in quel piccolo campo stellare, la scienziata colse una delle verità più profonde del cosmo: le stelle, pur nate insieme, percorrono destini diversi, ma per un tempo, condividono un luogo, una danza e una luce comune.

Così, NGC 7789 – l’Ammasso di Caroline – non è soltanto una meraviglia visiva del cielo boreale, ma anche una testimonianza umana e scientifica: un intreccio di stelle e di storia, di eleganza e di memoria, che unisce la bellezza del firmamento alla perseveranza di una delle figure più luminose dell’astronomia classica.

Le nostre foto

Data scatto28 dicembre 2024
TelescopioTS Optics Newton D=203mm F=800mm
CameraQHY 294MC
MontaturaSkywatcher AZ-EQ6 PRO
Immagini20x 60sec calibrate con 10x darks, 50x flats, 50x bias
ElaborazioneSharpCap 4.0, Siril, Photoshop
GuidaZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2
Altra strumentazioneCorrettore di coma TS-Optics e riduttore x0,95
AutoreDavide De Pasquale, Kevin Zeoli
FiltriOptolong L-Enhance
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