M20 – La Nebulosa Trifida

L’oggetto M20, noto come Nebulosa Trifida, è una delle regioni nebulose più affascinanti e fotogeniche della Via Lattea. Si trova nella costellazione del Sagittario, a circa 5.200 anni luce dalla Terra, e si estende per circa 40 anni luce di diametro. Il suo nome, “Trifida”, deriva dal latino trifidus, cioè “diviso in tre”, per via delle tre grandi bande scure di polvere che la attraversano e la suddividono in altrettante sezioni luminose, visibili anche con telescopi di piccole dimensioni.

La Nebulosa Trifida fu scoperta nel 1764 da Charles Messier, che la descrisse come una “piccola nebulosa circondata da stelle deboli”. Tuttavia, fu solo con lo sviluppo della fotografia astronomica, nel XIX secolo, che si rivelò la sua struttura complessa e affascinante: una combinazione unica di nebulosa a emissione, a riflessione e oscura, tre aspetti distinti della materia interstellare riuniti in un unico spettacolo cosmico.

Un mosaico di luce e polvere

La parte centrale di M20 è una nebulosa a emissione di colore rosato, dovuto alla radiazione H-alfa dell’idrogeno ionizzato. Questa porzione è illuminata e ionizzata da una stella massiccia di tipo O7, che si trova proprio al centro della nebulosa: una giovane e caldissima stella blu, la cui intensa radiazione ultravioletta eccita il gas circostante, facendolo brillare.

Attorno alla regione rossa si estende una nebulosa a riflessione di tonalità azzurra, formata da polveri che riflettono la luce delle stelle più giovani dell’ammasso associato. Queste polveri non sono sufficientemente calde per emettere luce propria, ma agiscono come specchi cosmici che diffondono la radiazione stellare. Infine, a intrecciare e separare le due componenti, si trovano dense nubi di polvere oscura, che assorbono la luce di fondo e danno alla Trifida il suo caratteristico aspetto tripartito.

La combinazione di questi tre tipi di nebulosità — emissione, riflessione e oscurità — rende M20 un caso quasi unico nel cielo e un laboratorio ideale per studiare la fisica della formazione stellare e l’interazione tra radiazione, gas e polveri nel mezzo interstellare.

Una culla di stelle

Come molte altre nebulose del Sagittario, anche M20 è una regione di intensa formazione stellare. Al suo interno, il gas e la polvere collassano per effetto della gravità, dando origine a nuove stelle e a sistemi planetari in via di formazione. Le osservazioni condotte nel vicino e medio infrarosso, in particolare dal Telescopio Spaziale Spitzer e più recentemente dal James Webb Space Telescope, hanno rivelato decine di stelle neonate (proto-stelle) immerse nelle nubi più dense della nebulosa.

In alcune aree, potenti getti di materia (oggetti di Herbig–Haro) emergono dalle stelle in formazione, scolpendo cavità e filamenti nel gas circostante. Questi fenomeni sono segnali diretti dei primi stadi della vita stellare, visibili solo in regioni dove la polvere non è ancora dissipata dal vento stellare e dalla radiazione ultravioletta.

Osservazione e visibilità

La Nebulosa Trifida è visibile già con binocoli o piccoli telescopi come una macchia lattiginosa accanto alla più ampia Nebulosa Laguna (M8), con la quale condivide la stessa area celeste e spesso viene ripresa nelle stesse astrofotografie. Con strumenti da 100–150 mm di apertura, in cieli scuri, è possibile distinguere le bande oscure centrali che le danno il nome e percepire la divisione in tre lobi principali. L’uso di filtri UHC o OIII può migliorare il contrasto della parte a emissione, ma per apprezzarne i colori e la doppia natura di nebulosa a riflessione ed emissione, la fotografia a lunga esposizione è insostituibile.

Il periodo migliore per osservare M20 è compreso tra giugno e agosto, quando culmina nelle prime ore della notte, poco sopra M8 nel ricco campo stellare del centro galattico. La sua posizione vicino al piano della Via Lattea la rende un bersaglio luminoso ma immerso in un paesaggio stellare estremamente denso e suggestivo.

Un simbolo della complessità del cosmo

Dal punto di vista fisico, M20 è un simbolo della diversità del mezzo interstellare: rappresenta la coesistenza di gas ionizzato, polveri riflettenti e regioni opache, tutte parti di un unico ecosistema cosmico. Ogni componente racconta una fase diversa del ciclo vitale della materia: la polvere oscura è la materia grezza; la nebulosa a emissione è la trasformazione energetica; la riflessione è la luce diffusa delle nuove stelle.

Esteticamente, la Nebulosa Trifida incarna perfettamente il contrasto tra caos e armonia che domina l’Universo. È una struttura in equilibrio instabile, dove la violenza delle radiazioni stellari convive con la delicatezza delle nubi colorate, dove la nascita delle stelle convive con la distruzione delle polveri che le hanno generate.

Nel cielo estivo, M20 brilla come un gioiello del Sagittario, un piccolo ma complesso microcosmo in cui si manifesta tutta la bellezza della genesi stellare. Guardarla significa osservare il ciclo eterno della creazione cosmica, in cui la materia si trasforma in luce, e la luce in conoscenza.

Le nostre foto

Data scatto11 agosto 2024
TelescopioTS Optics Newton D=203mm F=800mm
CameraQHY 294MC
MontaturaSkywatcher AZ-EQ6 PRO
ImmaginiN.A.
ElaborazioneSharpCap 4.0, Siril, Photoshop
GuidaZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2
Altra strumentazioneCorrettore di coma TS-Optics e riduttore x0,95
AutoreDavide De Pasquale, Kevin Zeoli
FiltriOptolong L-Enhance
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