M31 - La Galassia di Andromeda

La Galassia di Andromeda (M31) è uno degli oggetti celesti più affascinanti e studiati del cielo notturno. È la più grande galassia del Gruppo Locale, un insieme di oltre 50 galassie che comprende anche la Via Lattea, la Galassia del Triangolo (M33) e numerose galassie nane satelliti. Situata a circa 2,54 milioni di anni luce dalla Terra, M31 è l’unica grande galassia visibile a occhio nudo dall’emisfero boreale, apparendo come una tenue macchia allungata nella costellazione di Andromeda.

L’oggetto fu catalogato da Charles Messier nel 1764, ma la sua scoperta risale molto più indietro: la prima testimonianza conosciuta risale al 964 d.C., quando l’astronomo persiano ʿAbd al-Rahmān al-Ṣūfī la descrisse nel suo Libro delle stelle fisse, chiamandola “piccola nuvola”. Per secoli, Andromeda fu considerata una semplice nebulosa all’interno della Via Lattea, una delle tante “macchie di luce” osservabili con i telescopi ottici dei secoli XVII e XVIII.

La vera rivoluzione avvenne nel XX secolo, quando la Galassia di Andromeda divenne protagonista di uno dei dibattiti più importanti nella storia dell’astronomia: la cosiddetta “Grande Controversia delle Nebulose”. Fino agli anni Venti del Novecento, molti astronomi ritenevano che l’intero Universo fosse costituito solo dalla Via Lattea, e che le nebulose osservate — come M31 — fossero strutture interne ad essa. Tuttavia, osservazioni sempre più accurate misero in dubbio questa visione.

Nel 1923, l’astronomo americano Edwin Hubble utilizzò il telescopio da 100 pollici dell’Osservatorio di Mount Wilson per risolvere alcune stelle variabili Cefeidi all’interno della Nebulosa di Andromeda. Misurando il loro periodo e la loro luminosità, Hubble calcolò una distanza ben superiore ai limiti della Via Lattea, dimostrando in modo inequivocabile che M31 era una galassia separata, esterna alla nostra. Quella scoperta cambiò radicalmente la percezione dell’Universo: la Via Lattea cessò di essere l’unico “mondo-isola”, e il cosmo si rivelò popolato da innumerevoli galassie.

Dal punto di vista fisico, la Galassia di Andromeda è una spirale gigante (tipo SA(s)b) con un diametro stimato di circa 220.000 anni luce, quindi più estesa della Via Lattea, che misura circa 100.000–120.000 anni luce. Si stima che contenga oltre un trilione di stelle, circa il doppio rispetto alla nostra galassia. Le osservazioni mostrano due bracci spirali principali e un nucleo molto luminoso, sede di un buco nero supermassiccio di oltre 100 milioni di masse solari. Intorno ad essa orbitano almeno 14 galassie satelliti conosciute, tra cui M32 e M110.

M31 e la Via Lattea sono legate da una mutua attrazione gravitazionale: si stanno lentamente avvicinando a una velocità di circa 110 km/s, e le simulazioni dinamiche indicano che tra 4–5 miliardi di anni le due galassie entreranno in collisione, fondendosi in una nuova grande ellittica, talvolta chiamata “Milkomeda”.

Oggi, la Galassia di Andromeda rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la comprensione della struttura, dell’evoluzione e della dinamica delle galassie. La sua vicinanza la rende un laboratorio naturale per lo studio delle popolazioni stellari, della materia oscura e dei processi di formazione galattica. Dalla tenue macchia vista da al-Ṣūfī più di mille anni fa alla maestosa struttura rivelata dai moderni telescopi spaziali, M31 continua a ricordarci quanto sia vasto e complesso l’Universo che abitiamo.

Le nostre foto

Data scatto24 ottobre 2025
TelescopioSVBONY SV555
CameraQHY 294MC in 11Mpx mode
MontaturaSkywatcher AZ-EQ6 PRO
Immagini22 scatti da 30 secondi ciascuno, calibrati con 10x dark, 50x flat, 100x bias.
ElaborazioneSharpCap 4.1, Siril 1.4.0 beta4, Photoshop
GuidaZWO ASI 120MC, SVBONY SV106 guide scope, con PHD2
Altra strumentazionePowerBox SVBONY SV241P
AutoreDavide De Pasquale
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